“Esistono alcuni indizi sulla scena di un delitto che, per loro natura, nessuno può raccogliere o esaminare. Come si raccoglie l’amore, la rabbia, l’odio, la paura?

Ecco perché esistono i profiler…”.

Dr. James T. Reese, FBI

Se ci stessimo focalizzando sul problema sbagliato?

Se la risposta si trovasse proprio davanti a noi, se fosse così evidente da rendere cieco il nostro sguardo, allora potremmo dire di essere fregati. Abbiamo abbandonato la via della conoscenza e dell’intelletto per dare spazio a un essere privo di umanità e di sostanza: una sanguisuga che si nutre delle nostre emozioni e del nostro tempo, lasciandoci spesso a bocca asciutta.

Abbiamo sempre dato la caccia al killer sbagliato, credendo avesse le sembianze di un mostro dagli occhi color sangue, perché ci siamo convinti, in qualche modo, che il male si presenti col biglietto da visita. La realtà, ahimè, è ben diversa. Ci rendiamo conto della vera natura di una persona solo quando è ormai troppo tardi e più nutriamo il nostro cervello di immondizia, più sarà facile per questi individui diffondere il veleno e insinuarsi nelle nostre menti, offuscando non solo il nostro giudizio, ma anche il nostro volere.

Avrai sicuramente notato come la violenza si stia, pian piano, creando il suo spazio nella nostra quotidianità. Ti basterà accendere la Tv per renderti conto di quanto, questo essere, sia riuscito a intrufolarsi nelle vite di ognuno di noi. Rabbia, frustrazione, povertà, insicurezza sono solo alcuni degli ingredienti che gli servono per controllare e manipolare a suo piacimento la nostra mente. Più ti privi della conoscenza, più sarai schiavo della massa e maggiore sarà il rischio che correrai. Il pensiero di uno, diventa il pensiero di tutti, e questo è ormai un dato di fatto.

Durante i miei corsi parlo spesso dell’importanza dell’osservazione, perché osservare vuol dire andare oltre, vedere ciò che agli altri sfugge. Ma per poterlo fare occorre un enorme sforzo mentale, attività che, purtroppo, non siamo più abituati a esercitare. Anche solo leggere questo articolo, per esempio, richiede oggigiorno uno sforzo disumano. Questo dovrebbe farci riflettere o, addirittura, preoccuparci. Perché avere attenzione per i dettagli, così come dedicare il proprio tempo alla lettura e allo studio è fondamentale. Ci stiamo, pian piano, allontanando dalla razionalità prediligendo la menzogna facile alla verità scomoda. Il delitto di Chiara Poggi, ad esempio, così come quello della povera Yara, rispecchia esattamente ciò che ho descritto qualche riga fa: abbiamo un delitto, ci sono delle prove e c’è un’autorità specifica che studia, analizza e risolve un determinato caso; eppure a decidere, spesso, è l’opinione pubblica.

E qui ti voglio, perché, vedi, il nostro pensiero spesso viene condizionato e alterato dal pensiero comune, ossia dalla maggioranza. Tutto questo avviene in modo assolutamente automatico, senza che tu te ne renda minimamente conto. Imparare a scindere il nostro pensiero da quello altrui è diventato estremamente difficile, perché tendiamo tutti a voler essere accettati e se questo vuol dire scendere a compromessi, va bene lo stesso.

Ma cosa c’entra tutto questo con l’osservazione?

I profiler di tutto il mondo utilizzano tecniche che possono essere utili a chiunque – non solo per analizzare il comportamento di un criminale o di un S.I. (Soggetto Ignoto) in caso di un delitto – ma anche per smascherare i bugiardi e le persone potenzialmente pericolose che ci circondano nella privato o nel lavoro.

Il profiler, infatti, nota dettagli e collegamenti che sfuggono alla maggior parte delle persone. Sguardi, gesti, pause, silenzi: ognuno di questi elementi nasconde un indizio.

Chi sei davvero, cosa mi stai nascondendo?

Eppure la maggior parte delle persone non riesce a captare questi segnali, perché purtroppo tendiamo a focalizzarci solo su ciò che una persona ci dice, e non su quello che il suo corpo ci rivela. È ormai scientificamente provato che comunichiamo molto più con il corpo che con la mente, allora perché c’è così tanta diffidenza nei confronti del linguaggio del corpo?

Perché le persone sono convinte che si tratti di baggianate alla Lie to me, e che non valga la pena approfondire?

La risposta è molto semplice: la diffidenza nasce dalla paura dell’ignoto. La nostra società esalta il controllo, la razionalità; non accettiamo l’esistenza di qualcosa che non possiamo gestire. Il linguaggio del corpo e le microespressioni, al contrario, sono regolate dall’inconscio – da ciò che sentiamo, dalle nostre sensazioni e dalle nostre emozioni – che, spesso, non possono essere coordinate in modo consapevole.

Ecco perché le persone preferiscono vedere e non osservare: è molto più facile!

“…Ci sono alcuni indizi sulla scena del crimine che, per loro stessa natura, non si prestano a essere raccolti o esaminati. Come si raccolgono amore, rabbia, odio, paura, gelosia, irrazionalità o altri elementi intangibili? Gli indizi lasciati sulla scena del crimine possono avere un valore inestimabile nel portare alla soluzione di un crimine; tuttavia, non sono necessariamente elementi di prova fisica di per sé. Sebbene questi elementi possano essere presenti sulla scena del crimine, un occhio non allenato inevitabilmente li perderà. Nulla può sostituire un’indagine ben condotta; tuttavia, l’uso della psicologia per assistere nella valutazione di un crimine è uno strumento aggiuntivo che le forze dell’ordine dovrebbero utilizzare nella risoluzione dei crimini. Lo scopo della valutazione psicologica di una scena del crimine è quello di produrre un profilo; ovvero, identificare e interpretare determinati elementi di prova sulla scena del crimine che potrebbero essere indicativi del tipo di personalità dell’individuo o degli individui che hanno commesso il crimine. L’obiettivo del profiler è fornire agli investigatori informazioni sufficienti per consentire loro di limitare o meglio indirizzare le loro indagini.…”.

(Dr. James T. Reese, uno dei padri fondatori del criminal profiling moderno)

Identificare, codificare e interpretare correttamente determinati movimenti ci permette di riconoscere in tempo i segnali di stress, disagio e di incongruenza tra linguaggio verbale e non verbale. Pensa quale potenziale avrebbe tutto questo se solo fosse utilizzato a scopo preventivo, e non solo dopo un crimine o un comportamento violento! Avremmo la possibilità di anticipare le mosse delle persone violente o di quelle che stanno per imboccare la strada sbagliata.

Dunque, perché non iniziare subito?

Silvia in giallo

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