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31 dicembre 2022: la storia si ripete.

Mentre scrivo questo articolo le parole del mio mentore si fanno sempre più nitide:

“Solo chi è dotato di una mente libera dai pregiudizi e aperta all’osservazione può prevenire e contrastare la violenza!”.

Ma cosa vuol dire esattamente?

Quando sentiamo parlare di omicidi o leggiamo notizie di cronaca nera in generale la nostra curiosità sembra prendere il sopravvento. Comprendere il lato oscuro della mente umana ci affascina e lo possiamo notare dai milioni di video e dagli innumerevoli articoli che vengono condivisi sui social. Eppure, solo il 10% delle persone che scrivono o spiegano un omicidio o un tentato omicidio sanno effettivamente di cosa stanno parlando. Non a caso il termine “raptus” fa capolino tutte le volte in cui ci si trova di fronte ad una situazione che appare “inspiegabile”.

Ma sarà davvero così?

Siamo proprio certi che determinati fatti siano così complessi da non poter essere monitorati o previsti?

Facciamo un piccolo esempio:

il caso del ventiquattrenne Aleksander Mateusz Chomiak, il giovane polacco senza fissa dimora che la sera del 31 dicembre scorso ha accoltellato una coetanea alla stazione di Roma termini, potrebbe essere uno di quelli che calza a pennello.

Sicuramente ne avrete sentito parlare, ma cerchiamo di analizzare insieme alcuni elementi della vicenda.

Ci troviamo alla stazione di Roma termini che, come quasi tutte le stazioni centrali, è sempre ben affollata. Personalmente ho trascorso gran parte del mio tempo nella capitale, quindi posso dirvi che il caos è all’ordine del giorno. Ma torniamo a noi: sono le 15.00 del 31 dicembre 2022 e il giovane Aleksander vaga per l’ingresso della stazione. Le telecamere riprendono un ragazzo piuttosto esile in abiti scuri, un’ombra quasi invisibile che regge con la mano sinistra un sacchetto azzurro apparentemente insignificante. Aleksander non fa che avanzare e retrocedere all’ingresso, mentre il suo sguardo (oscurato un po’ dal berretto che indossa) sembra evidenziare il suo stato d’animo. Eppure, nessuno lo ferma, nessuno lo controlla.

Aleksander si sta preparando per quella che in seguito verrà descritta come “violenza scaturita da raptus omicida”. Apriamo una piccola parentesi prima di proseguire. Come ho voluto specificare precedentemente, la stazione di Roma termini è una delle stazioni più frequentate: turisti, studenti e lavoratori salgono e scendono ogni singolo giorno dai treni che raggiungono la fermata della capitale. Dunque, appare praticamente evidente quanto sia difficile per le forze dell’ordine e l’esercito riuscire a garantire la sicurezza di ogni cittadino in ogni singolo angolo della stazione. Ecco perché (e questo caso ne è una prova) imparare ad osservare potrebbe davvero salvare la vita a voi stessi e a tutti quelli che vi circondano. Laddove l’occhio vigile delle forze armate non può arrivare, noi cittadini possiamo contribuire utilizzando le tecniche legate al non verbale.

Ma come?

Vediamolo subito!

Guardate questo video e provate ad osservare attentamente ogni singolo gesto, anche quello che vi appare insignificante. Tenete bene a mente solo ciò che vedete e mettete per un attimo da parte i vostri pensieri. Dopo aver fatto ciò proseguite con la lettura.

Le telecamere di videosorveglianza ci permettono di analizzare in maniera più evidente il non verbale di Aleksander. Lo stato di agitazione è evidente, ma cerchiamo di entrare nel dettaglio:

  • inizialmente il giovane sembra intenzionato ad entrare. Lo possiamo dedurre da due fattori: i piedi, rivolti verso le porte scorrevoli, e il busto. Nonostante questo, il volto rimane vigile rivolto verso l’esterno, come se il suo sguardo avesse colto qualcosa (magari le forze dell’ordine o l’esercito, che a Roma termini non mancano di certo).
  • Successivamente, il ventiquattrenne si allontana leggermente dalle porte scorrevoli dell’ingresso ed è qui che entrano in gioco nuovi elementi di estrema importanza:
    • Le braccia: sono tese, mentre i palmi chiusi formano una specie di pugno. Inoltre, sono distanziate dal corpo.
    • Il volto: seppur poco visibile si riesce ad intravedere la tensione dalle labbra che si separano, lasciando intravedere i denti. La bocca rimane leggermente aperta, mentre si può notare una visibile tensione della mascella e del mento che appare innalzato.
    • Gli occhi: al secondo 0.12 di questo video si può notare l’occhio sinistro sgranato (in questo caso le pupille saranno sicuramente dilatate). Al secondo 0.28, invece, si possono notare entrambi gli occhi completamente spalancati.
    • Andatura: il ragazzo non fa che avanzare e retrocedere. Ogni centimetro del suo corpo è teso, vigile, il livello di stress è alle stelle. Nel momento stesso in cui chiede la sigaretta ad un passate possiamo notare visibilmente altri elementi, in particolare come tiene la sigaretta sulla mano destra e la posizione del busto e delle braccia perennemente in stato di rigidità e tensione.

Questi sono solo alcuni degli elementi che appaiono evidenti da questi frame (nonostante siano sgranati e di bassa qualità), ma come possiamo imparare a notare tutte queste sfumature senza l’aiuto della tecnologia?

Beh, occorre studio e pratica, tanta pratica. Fidatevi se vi dico che una delle armi più potenti che possediamo è proprio quella legata al “sesto senso”, che dobbiamo solo imparare a sviluppare.

In un caso del genere, se un passante avesse individuato la tensione e l’aggressività insita in questo ragazzo, avrebbe potuto comunicarlo alle forze dell’ordine presenti. Le stesse che poi avrebbero provveduto ad effettuare tutti gli accertamenti necessari. Non occorre fare gli eroi, in situazioni del genere vi basterà semplicemente farlo presente al personale specializzato! Ci tengo a ribadire questo concetto poiché solo chi ha effettuato l’addestramento necessario può permettersi di intervenire nella maniera più sicura possibile.

Direi che è venuto il momento di rispondere alla domanda che ho fatto precedentemente, ossia:

Siamo proprio certi che determinati fatti non solo potevano essere monitorati, ma addirittura previsti?

In questo caso la violenza era più che evidente, eppure sono davvero pochi quelli che riescono ad analizzare (codificare e decodificare) le microespressioni o i movimenti del corpo nella maniera più obiettiva e oggettiva possibile. Se a questi campanelli di allarme aggiungiamo poi tutta una serie di furti commessi dallo stesso individuo nei giorni precedenti a cui si sommano ulteriori segnalazioni effettuate dai cittadini… beh direi che non ci sono più dubbi!

Ebbene, la sera stessa di quel 31 dicembre 2022, Aleksander Mateusz Chomiak non ha fatto altro che compiere ciò che bramava già dal pomeriggio, ossia: uccidere.

La giovane israeliana, che dava le spalle al suo aggressore perché intenta ad acquistare un biglietto presso gli sportelli automatici della stazione, è stata raggiunta da ben tre fendenti al fianco. Grazie ai suoi riflessi, però, è riuscita a difendersi evitando così il finale più atroce di tutti. Le sue condizioni restano gravi, ma stabili.

Se questa vicenda dopotutto ha avuto un esito positivo lo dobbiamo solo alla prontezza degli agenti Filippo Consoli e Nicoletta Piccoli, marito e moglie liberi dal servizio. Il ventiquattrenne, infatti, è finito in manette grazie a questi due agenti che lo avevano notato mentre era intento a salire su treno che dalla stazione Centrale di Milano stava per partire per Brescia.

Ci sono comunque altri elementi che ho riscontrato nel video che riprende tutta la brutalità dell’aggressione, tuttavia preferisco fermarmi qui. Non basta infatti l’esperienza, il non verbale o l’intuito personale per poter supportare una determinata tesi, occorrono prove certe e inconfutabili.

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!

Al prossimo caso,

La vostra Silvia in giallo

Silvia Morreale

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