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Negli ultimi due anni sembra essere esploso l’interesse per l’analisi del comportamento non verbale. Pensare di poter captare, in qualche modo, i segnali del corpo o del volto di una persona specifica, ci attrae e ci affascina allo stesso tempo. Quello che, però, pochi sanno è che per essere in grado di compiere questo “miracolo” non bastano due o tre tecniche apprese in un fantomatico corso online. Dico questo, poiché spesso ricevo domande assai curiose sul tema: persone che vorrebbero apprendere le tecniche in maniera precisa e professionale si ritrovano costantemente bombardate da informazioni false e fuorvianti.

Esattamente come accade nel mondo forense, così vasto e coinvolgente, ci si ritrova a fare i conti con milioni di informazioni diverse (alcune anche molto fantasiose, devo ammetterlo!). Tutto questo causa non pochi problemi, il primo fra tutti è sicuramente quello legato alla notorietà e alla moda del momento. Sappiamo bene quanto il mondo crime sia per molti di noi irresistibile, ma dimentichiamo (troppo spesso) quanto sia difficile il ruolo del professionista all’interno di un caso specifico. In poche parole, diamo per scontato che tutto si svolga esattamente come nelle nostre amate serie tv. Parlando di non verbale, infatti, mi balza alla mente la nota serie “Lie to me”, in cui l’emblematico professore Cal Lightman incarna perfettamente le caratteristiche dell’impeccabile analista comportamentale.

Ma studiare il linguaggio del volto e del corpo è proprio così semplice come vogliono farci credere?

La risposta dovrebbe essere ovvia: NO! Non esiste, infatti, alcun professionista del settore che sia in grado di stabilire con assoluta certezza la verità basandosi solo ed esclusivamente sul non verbale. Persino l’ex Agente dell’FBI, il grande Joe Navarro, che vanta una carriera ultraventennale sul campo, ribadisce continuamente come questa non sia una scienza esatta. Certo, esistono tecniche molto avanzate, ma posso dirvi che sono solo alcune le emozioni che possiamo codificare e decodificare!

Grazie allo studio dell’Interpretative System of Facial Expressions, del Body Coding System (BCS), nonché della Video Analisi, sono riuscita a comprendere ogni sfumatura di questo bellissimo mondo. Ecco perché ci tengo a trattare questo tema con serietà, nel modo più completo e preciso possibile.

Presto vi svelerò in cosa consiste realmente l’analisi del comportamento non verbale, in più vi darò indicazioni circa i vari ambiti in cui può essere applicata. Ma non è questo il momento di rivelarvi la parte più tecnica e contorta del non verbale. Questo articolo, infatti, vuole rispondere ad una domanda molto precisa: la stessa che credo possa interessare la stragrande maggioranza di voi.

Può l’analisi del comportamento non verbale aiutare gli inquirenti a risolvere un caso prima del previsto?

Questa volta la risposta diverge dalla precedente. Appunto, lo studio e la corretta applicazione del non verbale possono eccome aiutare gli inquirenti a risolvere un caso prima del previsto. Il bello di questo metodo è proprio quello di permettere agli agenti e ai professionisti forensi di anticipare le mosse dell’avversario o addirittura scoprire di più sul possibile movente, sulla scena del crimine e addirittura sul vero e proprio colpevole.

Molti sono convinti che basti un semplice colloquio investigativo per gettare le basi sulla personalità criminale di un individuo, ma non è così. Gli esperti, prima di procedere, si avvalgono di numerosi aiuti esterni: dalle cartelle cliniche al passato dell’imputato, dalle prove all’alibi. Ogni singolo elemento è fondamentale, niente può essere lasciato al caso. Soprattutto quando parliamo di non verbale.

Durante l’analisi (o video-analisi), non ci si basa solo su ciò che si vede in quel momento, ma si gettano le basi al fine di stabilire una corretta correlazione tra la storia dell’individuo e l’interrogatorio appena effettuato. Le microespressioni del volto (determinanti al fine di una corretta analisi) non bastano a dichiarare il soggetto come un bugiardo patologico. Infatti, l’analisi del comportamento non verbale non rileva la menzogna, bensì le incongruenze tra quello che l’individuo ci dice e quello che il suo corpo rivela.

Arrivati a questo punto credo di avervi dato fin troppe cattive notizie, ma non scoraggiatevi. Il segreto per giungere alla verità non è mai semplice e non esiste la bacchetta magica in grado di rivelarci i misteri oscuri della mente umana. Possiamo solo dedicarci allo studio e alla pratica di queste tecniche, affiancando la conoscenza teorica a quella sul campo. Imparate ad allenare il vostro spirito critico e siate diffidenti nei confronti di quelle persone che tentano di vendervi il “tutto e subito”. Fidatevi se vi dico che c’è più soddisfazione in anni di sacrificio che in visualizzazioni sui social network.

Se volete approfondire il tema, commentate o scrivetemi.

Sappiate che presto ci sarà una bella sorpresa per tutti voi ed io non vedo l’ora di rivelarvi ogni cosa!

Vi abbraccio,

Silvia Morreale

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