I pensieri di Robert K. Ressler, noto profiler statunitense, scorrono veloci tra le pagine di questo memoir. Un diario di vita lungo vent’anni che raggruppa, in poco più di trecento pagine, i pensieri e le vicende che hanno segnato la storia di uno degli agenti dell’FBI più noti al mondo.
Tra studi e convegni, interrogatori e tecniche di profiling, Ressler sembra aver incarnato le sembianze del vero detective. Se solo Sir Arthur Conan Doyle avesse inventato Sherlock Holmes nel XX secolo, avrei potuto di certo pensare che fosse ispirato proprio all’intelletto e all’intuito di Ressler. Invero potrei affermare il contrario, anche se Robert non aveva di certo l’abilità di tracciare un profilo in un batter di ciglia, come invece era solito fare Holmes. Tuttavia, il fulcro centrale di “Monsters” ( libro scritto da Ressler e Tom Shachman ed edito Longanesi), pare premere a lungo sulla consapevolezza di non essere onniscienti. Dunque, mettiamo da parte i personaggi inventati da scrittori illustri ed iniziamo a calarci nei panni di un vero agente dell’FBI.
Ressler non è che un individuo spinto dall’irrefrenabile voglia di sapere che, con umiltà ed intelligenza, riesce sempre ad imparare qualcosa dai propri errori.
Partendo dal famoso caso del “vampiro di Sacramento”, il nostro autore rivive i momenti più bui e celebri della sua carriera. Riesaminando fascicoli e ripercorrendo le strade del suo passato, Ressler sembra avere uno scopo ben preciso: sviluppare ed educare la mente del lettore ad una visione oggettiva, minuziosa e dettagliata dei fatti narrati.
“Il vero compito del profiler è restringere la rosa dei possibili sospetti, eliminare i meno probabili e consentire a chi indaga sul campo di concentrarsi su obiettivi realistici…”.
In poche parole? Il profiler non è né un mago né un veggente, ma semplicemente un uomo con un notevole bagaglio culturale ed un’esperienza lunga decenni.
Ma torniamo a “Monters”.
Grazie all’aiuto del giornalista Tom Shachman, infatti, la narrazione sembra seguire un ritmo incalzante e mai banale. Attraverso uno stile narrativo fresco, ma pungente, Robert ci porta all’interno delle menti più contorte e crudeli della storia americana. Ted Bundy, Ed Kemper e Charles Manson: sono solo alcuni dei terribili Serial Killer citati nel racconto.
Quello che, personalmente, mi stupisce ( in positivo sia chiaro) è stata proprio la volontà degli autori di entrare nei dettagli macabri e sanguinosi, senza omettere nulla ( o quasi) sulle violenze perpetrate.
Le descrizioni degli omicidi sono immagini vivide che si presentano, agli occhi di chi legge, come una sorta di film muto da cui difficilmente ci si può sottrarre. Uno scritto, insomma, non adatto ai deboli di cuore (e di stomaco oserei dire).
Eppure, dal mio modesto punto di vista, questa testimonianza lunga vent’anni rappresenta un vero patrimonio culturale. Nessuno prima di Ressler aveva osato tanto, sacrificando persino il sacrosanto equilibrio coniugale pur di ampliare la visione e le tecniche di profilazione criminale. Infatti, è stato proprio grazie all’aiuto di vari agenti dell’FBI ( come John Douglas ad esempio), che Robert riuscì a risolvere innumerevoli casi. Un uomo dall’instancabile senso di giustizia e dalla grande passione per la mente umana; quella deviata e sinistra, quella oscura e profonda, capace di trascinare nel più profondo degli abissi anche il detective più preparato.
Non è un caso, infatti, se la frase scelta al principio di questo libro è stata proprio quella di Nietzsche.
“Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dento di te.”
Una citazione, questa, capace di racchiudere intere generazioni di studiosi e scienziati dediti alla ricerca della verità. Gli stessi che, spesso, hanno rischiato di perdere la vita e la ragione, proprio a causa di quell’abisso che tanto attrae. Una porta, oscura e silenziosa, che va aperta con cautela. Una strada che va percorsa con coraggio e dedizione, senza mai voltarsi indietro.
“Montsters” è un libro che tutti gli appassionati, studenti e professionisti del settore forense dovrebbero leggere e rileggere. Perché la ricerca portata avanti da Ressler non deve essere dimenticata, ma aggiornata e tramandata di generazione in generazione.
Solo così saremo in grado di scrutare nell’abisso senza correre il rischio di farne parte!
Silvia Morreale
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